Prof. Alessandro Palmieri    Professore di Urologia presso la Clinica Urologica dell'Università di Napoli Federico II    Studio Galleria Vanvitelli, 37    80129    NAPOLI   Telefono 081 5786858
 
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Infezioni delle Vie Urinarie

DEFINIZIONE

Quando l'infezione è a carico delle basse vie urinarie, è anche conosciuta con il nome di cistite semplice (ovvero infezione della vescica) mentre nel caso colpisca le vie urinarie superiori, è anche conosciuta con il nome di pielonefrite (ovvero un'infezione del parenchima, dei calici e della pelvi renale).


EPIDEMIOLOGIA
Le infezioni delle vie urinarie sono in assoluto l'infezione batterica più frequente nel sesso femminile. Il picco d’incidenza si verifica nella fascia d'età compresa tra i 16 ed i 35 anni. Circa il 10% delle donne sviluppa almeno un’infezione ogni anno e il 50-60% è destinato a presentare un episodio nell'arco della loro vita.
La maggior parte degli uomini che sviluppa un’infezione delle vie urinarie presenta un’anomalia funzionale oppure anatomica del tratto genito-urinario. L'iperplasia benigna della prostatica così come interventi invasivi diagnostico-terapeutici sul tratto genitourinario (cateterismo vescicale, uroscopia e altri) rappresentano le principali cause d’infezione nel sesso maschile. L'infezione delle vie urinarie associata all'uso di catetere vescicale, in tutto il mondo rappresenta la causa più frequente d’infezione correlata a un trattamento sanitario.


CAUSE
Escherichia coli è la causa di circa l' 80-85% delle infezioni del tratto urinario. Un ulteriore 5-10% è causato da Staphylococcus saprophyticus. In rari casi l'infezione può essere sostenuta da virus oppure funghi, come ad esempio la Candida, in particolare in soggetti immunodepressi o ricoverati in unità di cure intensive.
Altri batteri possono essere in causa in un’infezione del tratto urinario. Fra questi: Klebsiella, Proteus, Pseudomonas, ed Enterobacter. Questi batteri sono identificati raramente e le infezioni da essi sostenute sono in genere legate ad anomalie del sistema urinario oppure a cateterismo urinario. Le infezioni delle vie urinarie dovute a Staphylococcus aureus in genere si verificano secondariamente ad invasione del torrente ematico. Il cateterismo urinario aumenta in modo marcato la possibilità che si verifichino infezioni a carico delle vie urinarie.


SINTOMI
- Un’infezione delle vie urinarie inferiori prende anche il nome di cistite od infezione vescicale. In questo caso i più comuni sintomi sono il bruciore con la minzione e la necessità di urinare frequentemente (pollachiuria), oppure l'urgenza di dover urinare, in assenza di perdite vaginali e di un dolore significativo. Questi sintomi possono variare da moderati a severi, e in donne in precedenza in buona salute perdurano in media 6-7 giorni. Talvolta il paziente riferisce dolore subito sopra l’osso pubico o in regione lombare.


- Chi soffre di un’infezione delle vie urinarie o di pielonefrite, può lamentarsi di dolore al fianco, febbre, nausea e vomito, oltre ai classici sintomi di un’infezione delle vie urinarie inferiori. In rari casi l'urina può apparire sanguinosa (condizione nota con il nome di ematuria macroscopica) oppure avere un aspetto visibilmente torbido, con evidente presenza di materiale purulento nelle urine (in questo caso si verifica la condizione nota con il termine di piuria). Quando le urine contengono del pus (cioè in caso di piuria) è necessario avere presente che questo segno è certamente più frequente in soggetti con sepsi dovuta a una grave infezione del tratto urinario.


DIAGNOSI
Effettuare un’urinocoltura con antibiogramma. Se la concentrazione dei batteri (espressa in UFC, acronimo per unità formanti colonie, per millilitro di urine) supera il valore di 100.000 UCF per ml, l'esame è considerato certamente positivo. Valori inferiori a 10.000 UCF per ml fanno considerare l'esame negativo. Valori compresi tra 10.000 e 100.000 UCF per ml devono essere considerati dubbi.


TERAPIA
Tramite l’antibiogramma s’individua la terapia antibiotica più adeguata per l’eradicazione dell’agente infettante. Per essere efficace a essa si deve associare un intervento che miri a rimuovere le eventuali alterazioni o malformazioni dell’apparato urinario associate.

 
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